Achille Lauro non è sfuggito alla acutezza del popolo di internet: accusato di sfruttare la comunità LGBTQ+ solo per avere fama…
Avete presente quando Lauro si è esibito sul palco di Sanremo, con il petto trafitto di rose, facendo passare il messaggio che “le parole fanno male”? Si è contraddetto di brutto su Instagram, facendo infuriare i suoi fan ma anche tutti quelli che lo conoscono.
Pio e Amedeo non sono l’emblema del politically correct. Hanno fatto numerosissime gaffe. L’ultima è stata quella di ieri, che voleva scardinare lo scandalo che provocano parole come “fr*cio” oppure “ne*ro”.
I due hanno ricevuto numerose critiche, poiché, non appartenendo ad una minoranza, non dovrebbero esprimere giudizi riguardo a cosa è offensivo o meno nei confronti di una determinata categoria.
Visto e considerato che la lingua italiana è ricca di sinonimi non offensivi e molto meno simili all’insulto, non vedo perché c’è ancora bisogno di usare determinate parole, che potrebbero ferire le persone che le sentono e inculcare ai bambini che le ascoltano dei preconcetti sbagliati.
Seriamente: c’è qualcuno che davvero sentirebbe la mancanza di quelle parole? Perché io non vedo il motivo per cui dovrebbero ancora essere usate. Se Pio e Amedeo dicono in TV una cosa del genere, purtroppo, non mi stupisce.
La vera rabbia arriva quando personaggi famosi, che hanno avuto anche la faccia tosta di esprimersi a favore del DDL Zan, mandano messaggi di supporto a questi pseudo-comici. Tra questi ci sono Mara Venier, Antonella Clerici, Alessandra Amoroso, e tanti altri (troppi).
Ma quello che fa ribollire il sangue è Achille Lauro, “icona e punto di riferimento per i gay, i gender fluid, i queer”… che ha mandato delle emoji con delle corone a Pio e Amedeo. Proprio lui è stato accusato di queerbaiting, di utilizzare la comunità LGBTQ+ per crearsi un personaggio.
Questo sembra essere Achille Lauro: un personaggio artefatto, che utilizza una comunità vulnerabile per avere seguito. Purtroppo ad oggi il problema dell’omotransfobia non è ancora stato sconfitto, per questo le battaglie per normalizzare parole come “fr*cio” sono davvero vomitevoli.
Allo stesso modo, alla parola “n*gro” sono legati anni di schiavitù, delitti orribili e omicidi e un odio duro a morire ancora oggi. Per questo è terribile che, non solo due individui che si definiscono comici usino queste parole, ma soprattutto che ricevano il consenso di tutto il mondo dello spettacolo.
Basta con il cameratismo tra personaggi dello spettacolo, basta sostenere i vostri colleghi anche quando dicono cavolate. Vi rendete solo ridicoli.
Devo dire la verità? Menomale che è finito.
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